Tempio Di Saturno

Il tempio di Saturno, nel cuore del Foro Romano, è dedicato ad una delle divinità più affascinanti del pantheon romano. Saturno, associato al greco Crono, era il nume protettore dei campi e delle sementi ed assieme alla moglie Opi proteggeva il raccolto. Spodestato dal figlio Giove e cacciato dall’Ellade, fu accolto dal Dio Giano sul suolo italico ed ivi regnò  fino alla morte di quest’ultimo.

Si dilettò ad insegnare l’agricoltura ed i suoi segreti portando, pertanto, agli uomini un periodo di prosperità, ricchezza e giustizia sociale. Un’età aurea come attesta un episodio leggendario che  vuole che i Romani del periodo più arcaico gli dedicassero sul Campidoglio una gigantesca statua in cui il Dio era raffigurato in catene perché non volevano che lasciasse mai Roma. Del tempio invece eretto nel Foro intorno al 500 a.c., e che svetta sotto il Tabularium in prossimità dei resti del tempio di Vespasiano, restano oggi solo 8 gigantesche  colonne ioniche in granito grigio che reggono un architrave probabilmente ricostruito a cura del Senato, dopo l’incendio del 283 d.c. Interessante è il ruolo che si attribuiva al Tempio. Per tutto il periodo Repubblicano fu la sede dell’Erario, dove si raccoglieva la totalità della riserva metallica dello Stato Romano (bronzo, argento ed oro), praticamente il Tesoro dello Stato Romano, evidente richiamo all’età aurea che aveva contraddistinto il regno di Saturno. Un regno fatto anche di giustizia e rispetto delle norme, ecco il motivo per cui nel tempio venivano anche custodite una bilancia per la pesatura del metallo nonché tutte le leggi, tassativamente incise su tavole bronzee, emanate dai comizi popolari romani (i “comitia centuriata” su tutti) e la pluralità dei decreti del Senato. Un incredibile archivio di Stato che sarebbe stato, se il suo contenuto fosse restato intatto, motivo di immenso studio da parte di intere generazioni di giuristi! Eppure il richiamo più “particolare” e, per certi versi, trasgressivo ad una mitica età dell’abbondanza e della pace sociale, periodo in cui non esisteva ne il lavoro ne la guerra, era forse incarnato dai “Saturnalia”. I Saturnali (“Saturnalia” è il nome latino), una delle più antiche festività romane, si festeggiavano per una intera settimana tra il 17 ed il 24 dicembre ed avevano il loro Tempio di riferimento proprio nel Tempio di Saturno (da cui prendevano il nome). Cosa si festeggiava durante i Saturnalia? Poiché la festività si celebrava durante il riposo dal lavoro nei campi, esso rappresentava da un lato la liberazione dalla fatica, dall’altro l’assunta (e temporanea...) libertà dalle convenzioni morali e dalle costrizioni sociali. I padroni vestivano i panni degli schiavi e viceversa, in un susseguirsi di scherzi e di rumore volto anche a propiziare la fertilità dei campi e a richiamare la benevolenza degli Dei. Insomma una sorta di carnevale “ante litteram” in cui la libertà, la gioia e lo scherzo dominavano lo spirito e ritempravano dopo una stagione di duro lavoro.

 

Giuseppe Rosselli

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