L'Arco Di Tito

Nell’antica Roma il trionfo era una cerimonia molto importante attraverso cui veniva esaltata e celebrata la figura di un generale che aveva riportato una grande vittoria militare. Era il Senato che, con decreto, stabiliva “il trionfo” che veniva concesso solo in presenza di alcune particolari caratteristiche (per esempio dovevano essere uccisi in battaglia almeno 5.000 nemici).

Tale cerimonia consisteva in una vera e propria processione, con regole ferree e rigide, che partiva da una zona della città chiamata Campo Marzio e che, dopo aver attraversato la Via Sacra, nel Foro Romano, terminava sul Colle Capitolino davanti al tempio di Giove. Qui il trionfatore, dopo aver deposto la corona d’alloro, compiva i sacrifici di rito. Spesso per rendere immortali le sue gesta gli veniva dedicato un arco, appunto un arco di trionfo. Oggi a Roma sono in piedi ancora 3 archi trionfali mentre, secondo alcune fonti antiche, alla fine del periodo imperiale dovevano essere almeno 20. Il più antico tra gli archi ancora esistenti è l’arco di Tito che si trova nel Foro Romano. Esso fu innalzato, per volontà del Senato, al fine di esaltare le imprese belliche del figlio di Vespasiano, l’imperatore Tito,morto nell’81 d.c. Fu costruito dopo tale data e concluso prima del 90 d.c. Tale monumento ricorda il successo, nella campagna militare in Giudea, di Tito che risolse a favore dei Romani la prima guerra giudaica saccheggiando Gerusalemme e distruggendo il tempio di Salomone (70 d.c.). di questo tempio fu lasciato in piedi solo il muro occidentale, oggi chiamato Muro del Pianto. L’arco di Tito è un arco alto 15,40 metri, largo 13,50 metri ed ha una profondità di quasi 5 metri. Rivestito di marmo (due diverse tipologie: “pentelico”e “lunense”), il nucleo interno di questo arco, che ha un solo fornice, cioè una sola arcata e quattro semicolonne per lato lungo, è in opera cementizia (mattoni e cemento). Di struttura compatta e potente, presenta due elementi che lo differenziano dagli archi trionfali precedenti: i capitelli compositi (cioè sia con elementi “ionici” che “corinzi”)e le semicolonne poggiate su un piccolo basamento, chiamato “plinto”. Questo arco comunica grande semplicità ed armonia. Particolarmente belli sono i bassorilievi interni al fornice. Essi, che sono molto ben conservati, descrivono le fasi salienti della cerimonia del trionfo di Tito. Su un pannello si vede in maniera molto chiara, tra gli arredi e gli oggetti sacri saccheggiati nel tempio di Salomone, il candelabro a sette braccia. Invece sulla volta del fornice, che presenta dei cassettoni molto ben lavorati, abbiamo, al centro, la figura dell’imperatore che viene portata in cielo da un’aquila. Segno evidente della sua divinizzazione. Importante è ravvisare che, ancora oggi, molti ebrei non passano sotto quest’arco in quanto la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito fu l’inizio della diaspora degli ebrei. Nel medioevo quest’arco fu incorporato nella fortezza della famiglia dei Frangipane. Questa fu la sua fortuna in quanto non venne distrutto. Solo nel ‘500 si iniziarono i primi lavori di restauro che proseguirono, però, in maniera più accurata sia all’inizio del XIX sec. che all’inizio di quello successivo. Oltre, infine, a ricordare che sull’attico abbiamo la dedica del Senato all’imperatore Tito, scomparso prematuramente, c’è da dire che è visibile anche una parte importante delle sue fondazioni. Queste affiorarono con i lavori di restauro della pavimentazione compiuti nel 1901-02. Per capire la fama che esso ebbe anche nei secoli seguenti alla caduta dell’impero romano si pensi solo al fatto che Napoleone lo prese a modello per la costruzione del famoso arco di trionfo che si trova a Parigi, all’inizio degli Champs-Elysees. L’arco di Tito, quindi, esempio di gloria e grandezza.

 

Giuseppe Rosselli

  • Arco di Tito 1
  • Arco di Tito2
  • Arco di Tito3
  • Arco di Tito4
  • Arco di Tito5
  • Arco di Tito6
  • Arco di Tito7

 

Read 5183 times Last modified on Lunedì, 15 Aprile 2019 09:22

Abilita il javascript per inviare questo modulo