Un Film di 2000 Anni Fa

Nel cuore del Foro di Traiano, a ridosso di via dei Fori Imperiali, sorge la colonna Traiana. Tale colonna fu inaugurata nel maggio del 113 d.c. per celebrare ed esaltare le vittorie dell’imperatore Traiano in Dacia (l’odierna Romania); questo imperatore, infatti, conquistò quella regione portando l’Impero Romano alla sua massima espansione territoriale (oltre 5.400.000 Km quadrati).

Tale colonna è alta complessivamente quasi 40 metri (per la precisione 39,83 metri); essa è costituita da un basamento, dal fusto che da solo ha un’altezza di 29,77 metri (100 “piedi” romani, altezza standard di tutte le colonne), e dal capitello sopra il quale in origine vi era la statua dell’imperatore.Oggi non vi è più l’immagine in bronzo dorato di Traiano ma un’immagine di San Pietro che fu posta in quel luogo per volontà di Papa Sisto V nel 1587. La caratteristica più importante della colonna risiede nel fusto. Esso è costituito da 17 tamburi (chiamati “rocchi”) di marmo pario (una varietà molto pregiata di marmo bianco) i quali sono sovrapposti l’un l’altro e che hanno un peso di quasi 40 tonnellate l’uno ed un  diametro che sfiora i 4 metri (circa 3,85 metri nella parte bassa per arrivare ai 3,20 metri vicino alla sommità). Su di esso si srotola a spirale un fregio, che parte dalla base e arriva fino in cima dopo aver fatto 23 giri intorno al fusto e che descrive le fasi più importanti delle due campagne militari condotte da Traiano in Dacia nel 101-103 d.c. e nel 105-106 d.c. La Dacia era l’odierna Romania ed era una regione particolarmente bellicosa; la sua conquista fu molto importante non solo perche permise di proteggere i confini dell’Impero ad est ma anche perche permetteva ai romani di controllare gran parte del Mar nero, zona estremamente ricca di giacimenti di carbone ed di oro. Questo fregio è costituito da 155 scene, per un totale di quasi 2.500 figure, che possono essere considerate i “frames” di una pellicola di un film e che descrivono in maniera minuziosa la storia di questi conflitti bellici. Le figure che costituiscono questi “frames”, scolpite in bassorilievo, diventano sempre più grandi a mano a mano che si ci avvicina alla sommità della colonna. Questo trucco architettonico è stato pensato in quanto chi sta in basso ed osserva le figure, deve avere la sensazione che abbiano le stesse dimensioni, quindi più si sale e  più le figure aumentano di grandezza. In origine la colonna era colorata come ogni altro monumento romano. I colori, perduti nel corso dei secoli, dovevano rendere i bassorilievi splendidi e meglio visibili rispetto ad ora. Siamo abituati a vedere i monumenti romani, in travertino o marmo che siano, “nudi” e bianchi senza invece capire che il mondo dei romani era un mondo a “colori”! Non si sa chi sia stato con certezza l’autore della colonna; è probabile che esso sia Apollodoro di Damasco, l’architetto prediletto di Traiano che aveva anche progettato l’intero Foro Traianeo nel cui centro sorge la colonna. Una precisazione di carattere architettonico: tale colonna, come quasi tutte quelle romane, è una colonna “coclide” (dal latino cochlis-idis, “piccola chiocciola”), cioè una colonna che, come si intendeva in origine, al suo interno ha una scala a chiocciola che porta fino alla sua sommità. Essa è costituita da 185 scalini che ricevono la luce da 43 feritoie che si aprono nel fusto. Il termine coclide a poco a poco iniziò ad indicare anche le colonne che avevano al loro esterno un fregio che saliva a “spirale”, dal basso verso l’alto. Il fregio della colonna traiana supera complessivamente i 200 metri. Il piedistallo della colonna appare come un grande cubo di marmo le cui pareti sono decorate con bassorilievi che descrivono armi e armature sottratte ai nemici. Su uno dei suoi lati si apre una porta che conduce alla rampa della scala a chiocciola e a tre piccole stanze oggi vuote; la più grande di queste stanze, in origine, doveva accogliere l’urna con le ceneri dell’imperatore e di sua moglie Plotina. Pertanto, cosa che non tutti sanno, la colonna, oltre a ricordare le imprese belliche di Traiano, era anche una tomba. Un’ultima curiosità: appoggiata al piedistallo della colonna, fu costruita pare intorno all’anno 1000, una piccola cappella dedicata a San Niccolò. Questa cappella, che fu fatta abbattere nella prima parte del Cinquecento, fu e abitata nel Trecento da un eremita che, per molti anni, faceva suonare, grazie ad una lunga corda, una campanella posta sulla sommità della colonna. Quindi nel medioevo questo straordinario monumento fu usato anche come campanile!     

 

Giuseppe Rosselli

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