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La Tomba Di Eurisace

Accanto a Porta Maggiore, una delle porte più belle delle antiche Mura Aureliane, si erge in tutta la sua maestosità un monumento funebre  che troppe volte non ottiene la giusta considerazione  da chi vi passa accanto. Scoperto nel 1838, quando Papa Gregorio XVI fece demolire le torri difensive che in tardo periodo imperiale (inizio V sec d.c.) erano state costruite su Porta Maggiore, questa strana costruzione ha come particolarità, quasi unica, di essere un vero documento che immortala tutte le fasi del procedimento di panificazione di oltre 2 millenni fa!

Perché questo? Semplicemente per il fatto che questa è la tomba di Eurisace, un ricco fornaio che lavorava, tra l’altro, anche per lo Stato a cui forniva i suoi prodotti. Un “redemptoris”, ecco chi era Eurisace, cioè un fornitore ufficiale della macchina amministrativa romana, come si evince dall’epigrafe scolpita sul sepolcro. Eurisace che, pur essendo un liberto cioè un ex schiavo divenuto libero, era divenuto grazie alla sua attività, ricchissimo, fece costruire per se stesso e per la moglie, Atistia, questa tomba intorno al 30 a.c. Tanto era l’amore per la sua professione che volle renderla eterna attraverso il proprio sepolcro; tutti avrebbero dovuto vedere chi era stato Eurisace e quali erano state le caratteristiche salienti del lavoro che tanta fama e ricchezza glia avevano dato. Doveva infatti essere divenuto un personaggio noto per la sua notevole abilità come panettiere. Analizzando comunque questo mausoleo dobbiamo dire che esso ha la forma di un piccolo edificio in muratura, alto 7 metri e ricoperto interamente da lastre di travertino; esso presenta, sui 3 lati rimasti quasi intatti, le aperture circolari del forno ed i recipienti che contenevano la farina impastata. Come fosse un grande forno. Sul quarto lato, andato purtroppo perduto, vi erano scolpiti i volti dei coniugi (oggi li possiamo osservare ai Musei Capitolini). Tutt’intorno alla struttura, sul fregio posto alla sua sommità, una serie di bellissimi bassorilievi che descrivono tutte le fasi della panificazione. Come veniva pesato il grano, come veniva lavorata la farina, come veniva preparato l’impasto e soprattutto come veniva cotto il pane, ecco le più importanti fasi descritte da Eurisace sul fregio del suo sepolcro. Ebbene una delle considerazioni più interessanti che, analizzando queste sculture, possiamo fare, è che, nel corso dei secoli, o meglio dei millenni, questi procedimenti riguardanti la lavorazione del pane non sono cambiati molto. O meglio, nelle sue fasi più importanti non vi è stato alcun cambiamento. Stupefacente! Per comprendere poi, il forte amore che il fornaio doveva provare nei confronti della moglie ma anche nei confronti della sua attività vi è da considerare che l’urna funeraria che conteneva le ceneri della moglie (l’unica conservata, oggi al museo delle Terme di Diocleziano) aveva la forma di una madia da pane. La madia era una panca di legno dotata di alte sponde,  usata per impastare il pane e conservarvi il lievito e la farina. È stata largamente utilizzata nel mondo occidentale fino all’inizio del ‘900. Le urne funerarie erano conservate alla base della struttura, in una piccola cella funeraria che ricordava l’interno di un forno a legna. Infine in cima, come copertura vi era una costruzione, che è andata distrutta nel corso dei secoli,  che aveva una forma piramidale. Quasi una moderna cappa fumaria. Insomma più che una tomba, un forno antico di oltre 2000 anni!!!

 

Giuseppe Rosselli

Read 3493 times Last modified on Sabato, 26 Gennaio 2019 16:38
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