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Il Pantheon

È uno dei più famosi monumenti del pianeta. Capolavoro dell’architettura, resta tutt’oggi uno degli esempi più evidenti del genio creativo della civiltà romana.Il Pantheon, costruito nel 27 a.c. da Marco Agrippa genero dell’imperatore Augusto, è il tempio romano per eccellenza.

Visitato ogni anno da milioni di persone, colpisce non solo per le dimensioni ma anche per la perfezione delle sue proporzioni e per l’incredibile (ad ampi tratti ancora misteriosa) difficoltà che dovette rappresentare la sua costruzione. Ancora oggi, dopo 2 millenni, ci si chiede come il monumento non crolli sotto l’immenso peso della sua cupola. Edificato, come detto, all’inizio dell’età imperiale, fu parzialmente rifatto durante l’impero di Adriano in quanto fortemente lesionato da un incendio. Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, l’imperatore di Bisanzio lo donò al papa Bonifacio IV, che lo trasformò in una chiesa dedicata alla Madonna ed ai martiri cristiani. Era l’anno 609 d.c. Da un punto di vista stilistico è un saggio di tecnica costruttiva. Esso è costituito da una grande cella rotonda sovrastata da un’immensa cupola, da un pronao, tipico dell’architettura greco-romana, antistante la cella, e da un avancorpo (semplice struttura che collega il pronao alla cella). Il pronao, che altro non è che un portico sormontato da un elegante frontone, è caratterizzato da 16 colonne (8 in granito grigio ed 8 in granito rosso) suddivise in 3 file ed alte più di 12 m. Al pronao si accedeva facendo una scalina bel più grande di quella attuale, segno evidente che il manto stradale si è alzato notevolmente nel corso dei secoli e che le persone dovevano vedere il monumento da una prospettiva diversa rispetto a quella attuale. Il frontone, da cui si deduce chi ne ha stabilito la costruzione e quando è stato edificato il Pantheon, presentava decorazioni in bronzo dorato che sono andate perdute. Il tetto del portico, oggi vuoto, presentava una struttura di oltre 450.000 libbre di bronzo che fu smontata dal papa Urbano VIII (nel 1625) per costruire le palle di cannone che stanno a Castel Sant’Angelo ed il baldacchino dell’altare maggiore della basilica di San Pietro. Superato l’avancorpo si giunge alla gigantesca porta di bronzo (una delle porte funzionanti più antiche del mondo) accanto alla quale si aprono, all’esterno del tempio, due grosse nicchie in cui probabilmente vi erano le statue di Marco Agrippa e di Ottaviano Augusto. Ma a chi era dedicato il Pantheon? Il nome, che deriva dal greco antico, significa “di tutti gli Dei”. Fu quindi costruito per venerare tutti gli dei, soprattutto Giove, Venere e Marte, le cui statue trovavano spazio al suo interno. La cella del Pantheon ha forma circolare ed ha un diametro di 43,30 m. Sopra il tamburo, costituito dal podio (la parte più bassa) ed un attico (la parte più alta), divisi da un’elegante cornice, abbiamo la gigantesca cupola che, con il suo diametro (appunto 43,30 m), è la seconda cupola più grande del mondo e la prima in pietra. Inoltre è anche la più pesante del pianeta (peso stimato 17.000 tonnellate)!! Un capolavoro ancora oggi oggetto di studio. Gli ingegneri romani sono riusciti a scaricare al suolo questo immenso peso attraverso muri spessi oltre 6 m, costruiti in laterizi, i tipici mattoni romani, e cemento. Il muro presenta al suo interno (ma sono comunque visibili esternamente) molti “archi di scarico”, cioè archi costruiti con mattoni più grandi del normale per distribuire meglio il peso a terra. Questo stratagemma consente dopo 2000 anni di sorreggere ancora le 17.000 tonnellate di pietra. Essa è costruita con materiali che diventano sempre più leggeri più ci si avvicina alla sua sommità; inoltre i suoi splendidi lacunari non hanno una funzione solo estetica ma servono ad alleggerirne il peso. Alla sommità, un grande anello di quasi 9 m di diametro e 1,5 m di spessore rappresenta l’unica apertura da cui entra la luce. Non vi sono finestre. Tornando al tamburo, il podio presenta un abside, di fronte alla porta, e 6 cappelle (3 per lato); tra le cappelle abbiamo 8 edicole, in una di queste riposano le spoglie di uno dei più grandi geni dell’arte: Raffaello Sanzio. Inoltre in 2 cappelle vi son i sepolcri di Vittorio Emanuele II e Umberto I, i primi due re d’Italia. I materiali preziosi e gli splendidi marmi che contraddistinguono il podio, seppure vi siano state molte modificazioni nel corso dei secoli, sono quasi integralmente quelli originari. Al contrario, l’attico ha perduto i suoi rivestimenti originari. Il pavimento, a parte pochissimi interventi, è quello del periodo adrianeo ed è leggermente convesso. Perche questo? Per motivazioni acustiche: dal centro del Pantheon si sente perfettamente qualsiasi tipo di rumore dentro il tempio. Inoltre da quello stesso punto alla sommità della cupola vi è una distanza di 43,30 m. La stessa del diametro della cella che è anche, logicamente, il diametro della cupola. Ciò significa che nel Pantheon entrerebbe una sfera perfetta. Monumento unico. Ancora oggi ci si chiede come si stato possibile realizzarlo. Non a caso in epoca moderna (parliamo del secolo scorso) si è provato, pur disponendo di mezzi differenti da quelli utilizzati dai romani,  a costruirne, senza riuscirci, una copia del tutto identica all’originale. Che avesse ragione Michelangelo quando lo definiva frutto di “un disegno angelico e non umano”?

 

Giuseppe Rosselli

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