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La Bocca Della Verità

Uno dei simboli di Roma più fotografati, è sicuramente la Bocca della Verità. Resa famosa nel mondo dalla pellicola hollywoodiana “Vacanze romane”, film dell’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, oggi vede ogni giorno un numero incredibile di persone (turisti e semplici cittadini) farsi fotografare vicino ad essa, normalmente con la mano nella sua bocca. La cosa davvero incredibile e, forse, unica è che non si tratta ne di un capolavoro artistico ne  di un’ opera dell’ingegneria romana, e  neppure di un  monumento che ha una particolare importanza storica o valenza simbolica.

Essa è solamente un chiusino, cioè un tombino, di una fogna, probabilmente della Cloaca Massima. Murato nel 1632 in una parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin nel cuore della zona dell’antico foro boario, questo chiusino altro non è che un gigantesco disco di marmo (precisamente marmo pavonazzetto) del diametro di 1,75 metri e quasi 20 centimetri di spessore. Il peso complessivo è davvero molto ingente: parliamo di una tonnellata e 300 chilogrammi. Come detto è fissato ad una parete ma poggia anche su un capitello corinzio del periodo imperiale; prima della sua attuale collocazione, si trovava, fuori la chiesa, appoggiato ad un muro. Questo tombino ha la forma della testa di una divinità fluviale che tiene la bocca aperta per “bere” l’acqua piovana e non solo. Acque e liquami vari potevano passare anche dagli occhi e dalle narici del naso, appositamente bucati per soddisfare questa necessità. C’è da dire, per completezza di informazione, che alcuni studiosi, proprio per l’aspetto austero e la folta barba del volto maschile scolpito nel marmo, hanno pensato si trattasse addirittura del re degli Dei, Giove. Che i romani collocassero l’effige del divino Giove, il padre degli Dei, sul tombino di una fogna? Non sarebbe stato del tutto impossibile, si consideri che la “regina” delle fogne, la Cloaca Massima, aveva come divinità protettrice la Dea della bellezza e dell’amore, Venere (all’occorrenza definita Venere Cloacina, per la quale era stato eretto una piccola edicola nel Foro Romano). Ma per quale motivo i turisti si mettono in fila, anche ore, per farsi fotografare con la mano nella bocca del mascherone?? Ebbene questo tombino è protagonista di una leggenda medioevale, riportata da alcuni cronisti dell’inizio del XV sec., secondo cui sarebbe stata mozzata la mano di tutte le donne colpevoli di adulterio che avessero avuto l’ardire di infilarla nella bocca della divinità fluviale. Non c’è che dire! Un potentissimo mezzo che avevano gli uomini per scoprire le infedeltà coniugali delle loro consorti. Un’altra leggenda, sempre del periodo medioevale, ritiene che la Bocca della Verità (tra l’altro questo nome compare per la prima volta in uno scritto del 1485) sia stata costruita da un esperto in arti magiche nel VI sec. d.c, un certo Virgilio, e che serviva per scoprire il coniuge traditore sia esso il marito che la moglie. Sicuramente una versione più “democratica” dello stesso mito. Pur tuttavia, secondo un racconto di difficile collocazione temporale, una volta ci fu qualcuno che riuscì ad ingannare la Bocca. Fu una donna che il giorno in cui doveva essere sottoposta alla “prova” dal marito (che credeva di essere tradito), chiese all’amante di mescolarsi alla folla, che sicuramente sarebbe accorsa numerosa e, fingendosi pazzo, di avvicinarsi a lei  baciandola. L’uomo fece così e la donna, prima di introdurre la mano nella fessura, giurò che, a parte quell’uomo, non aveva baciato altri se non il marito. Era in effetti vero e la Bocca della Verità era stata ingannata. Solo una donna poteva riuscirci!

 

Giuseppe Rosselli

Read 2751 times Last modified on Giovedì, 24 Gennaio 2019 07:37
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