La Cloaca Massima

La “Cloaca Massima”, letteralmente “la fogna più grande”, è una delle opere idrauliche più famose dell’antichità. Fu costruita, secondo la tradizione,  tra la fine del VII e l’inizio del VI sec. a.c. per volontà del re Tarquinio Prisco, il primo monarca etrusco di Roma.

È difficile dire se la “Cloaca Massima” sia la rete fognaria più antica del mondo o meno, sicuramente è la più antica fogna tutt’oggi funzionante. Una parte importante dell’originario tracciato continua a svolgere ancora, dopo 2.600 anni, le proprie funzioni; questo rende tale opera una delle più straordinarie imprese ingegneristiche mai compiute. Inizialmente era, a parte il primo tratto, un canale scoperto che partiva, dietro il Foro di Augusto, dalla “Suburra” (zona abitata dalla plebe) ed arrivava al Foro Romano, attraversava “l’Argiletum” (la strada dei librai) e quindi, dopo aver attraversato il “Velabro”, correva sotto la zona del Foro Boario ed andava a sfociare nel Tevere all’altezza di Ponte Emilio, quello che noi chiamiamo Ponte Rotto. Lo sbocco è ancora bel conservato e contraddistinto da grandi blocchi di tufo (dall’Isola Tiberina ancora facilmente osservabile). Intorno alla metà del II sec. a.c. il canale venne totalmente interrato e dotato di copertura. Le dimensioni del canale, caratterizzato interamente da una massiccia volta a botte, erano e sono davvero impressionanti: la galleria del canale, nel primo tratto, è alta 2,70 metri e larga più di due metri per poi aumentare progressivamente a mano a mano che si raggiunge lo sbocco nel Tevere, toccando un’altezza massima 3,30 metri e una larghezza di quasi 4,50 metri. Sembra di stare dentro una linea delle moderne metropolitane, impressionante! I materiali utilizzati per la costruzione del condotto fognario furono svariati, parliamo sostanzialmente di vari tipi di tufo (ma anche travertino e cemento); questo ci fa capire che la “Cloaca Massima” fu restaurata più volte, in vari periodi storici, sia durante l’era repubblicana che quella imperiale. Inoltre venne più volte pulita e subì numerosi lavori di manutenzione tra cui quelli compiuti da Marco Agrippa nel 33 a.c. Ma perché furono usate varie tipologie di tufo per la sua costruzione? Le motivazioni possono essere sostanzialmente due: innanzitutto la grande disponibilità di tufo di cui disponevano i Romani (il Lazio è una regione che dispone di enormi quantità di questa pietra vulcanica) eppoi la resistenza di questo materiale, caratteristica importantissima per la costruzione di un condotto fognario. La “Cloaca Massima” non era l’unica linea fognaria dell’antica Roma ma sicuramente era la più importante e quella meglio curata. Il condotto principale della “Cloaca Massima” era lungo circa 1.500 metri ma aveva, comunque, molte ramificazioni. Grazie alla sua costruzione furono rese salubri e vivibili zone che altrimenti non lo sarebbero state, si pensi alla zona del Velabro. L’importanza che questa opera ingegneristica rivestiva nell’antica Roma (cioè la sede del Senato) era testimoniata anche dal fatto che, nel Foro Romano tra la Basilica Emilia e la Curia , sorgeva una piccolo recinto sacro, di forma circolare, dedicato a “Venere Cloacina” la dea protrettrice della Cloaca e dell’intero sistema fognario romano. Nell’antica Roma anche le fogne avevano una loro divinità!!

18.11.2013

Cloaca Maxima Group 6

Tanner H

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Cloaca Maxima Group 6
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Giuseppe Rosselli

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